Cosa si coltiva all'interno del parco
Il territorio del Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa presenta delle condizioni
climatiche che favoriscono l’agricoltura.
Tra i Parchi della provincia di Bologna c’è infatti un altissimo numero di aziende agricole,
se ne contano 84 per un totale di 1604 ettari di superficie utilizzata
La maggior parte delle aziende si trovano a Ozzano dell'Emilia e a San Lazzaro di Savena.
Ci sono principalmente due modelli di conduzione agricola: grandi estensioni dove si semina e
giovani proprietari che abitano nell’azienda e che ci lavorano a
tempo ridotto avendo anche un altro lavoro. Molti di questi agricoltori sono attenti alle
problematiche legate
all'ambiente, adottano tecniche biologiche e cercano collaborazione con le attività del Parco,
soprattutto per valorizzare l’agricoltura.
Le principali produzioni sono frumento, sorbo, foraggi, ma non
mancano anche ortaggi, vigneti, ciliegie, albicocche e pere.
Negli ultimi anni si è affermata anche la coltura dell'olivo, a causa del riscaldamento climatico.
Si trovano anche produzioni di vino, miele, frutta e verdura fresca conservata e patate.
La collaborazione con il Parco prevede:
la prevenzione di danni che gli animali selvatici (ad esempio i cinghiali), possono arrecare alle coltivazioni;
la diffusione di tecniche biologiche e la promozione delle produzioni locali.
A causa del cambiamento climatico nel Parco dei Gessi si possono trovare alcune piante esotiche.
Abbiamo osservato che vicino alla villa crescono alcune piante di “fico d’India nano”,
questa è una pianta non autoctona ed è presente nel Parco dei Gessi perché molto tempo fa ne
erano stati piantati alcuni esemplari nel giardino della villa stessa.
Ci sono anche pini marittimi e ulivi secolari che grazie al calore e al microclima crescono
senza difficoltà.
Il terreno gessoso è poco adatto alle coltivazioni per questo sono rimasti solo pochi
contadini, tra questi c’è una famiglia dove il padre coltiva ancora un piccolo orto mentre
il figlio si occupa prevalentemente degli ulivi.
Il terreno è molto argilloso e arido, in passato veniva usato per coltivare fave,
fagioli e simili che arricchiscono il terreno.
Prima di essere un'area protetta c’erano più terreni coltivati che
permettevano la sopravvivenza di maggiori famiglie contadine rispetto ad oggi.
In passato i materiali di scarto dei contadini spesso venivano gettati negli inghiottitoi,
che ora invece sono stati ripuliti e resi accessibili.